Ecco il progetto che trasforma la nostalgia analogica in un’esperienza digitale mozzafiato.
Ah, il buon vecchio jukebox! Icona delle tavernette anni ’80 e ’90, con il suo fascino indiscutibile (e quel “splendente” NSM 120 che troneggiava tra una parete in perlinato e una collezione di tazze di birra). Ebbene sì, il jukebox è sempre stato il re delle feste, capace di creare magie musicali, far scambiare sorrisi (e qualche occhiata di troppo) mentre il tintinnio dei 100 lire – poi diventati 500 – decretava l’inizio della danza. Social prima dei social.
Ma torniamo al presente. Una calda estate del 2024, una tavernetta e una di quelle idee che iniziano con “E se…?”. Guardando il mio jukebox fisico, mi sono chiesto: perché non crearne una versione digitale? Non una copia qualunque, ma un’esperienza completa, dal click delle pulsantiere A1-Z9 al romantico “fruscio” del disco che parte, passando per l’immancabile monetina che cade.
Una sfida digitale con un tocco vintage
Dopo ricerche infinite (e tante delusioni: nessuno che facesse al caso mio!), ho deciso di fare tutto da zero. Primo passo: ricreare le etichette, i tasti, l’interfaccia anni ’60-’90, ma con un piccolo extra. Oltre alla musica, volevo proiettare anche i video dei brani. Insomma, un jukebox con il fascino del passato e un pizzico di futuro.
La colonna sonora del progetto? RTL 102.5, ovviamente!
Da vero nostalgico, la playlist iniziale è nata dai brani trasmessi da Massimo Alberti su 70/80/90 all’ora. Una raccolta degna di un viaggio nel tempo, tutta grazie alla magia di YouTube. E più il progetto cresceva, più le idee fioccavano: effetti sonori, lucine, e quella monetina virtuale che, giuro, sembra vera quando cade.
Dopo ore di sudore (e codice)
A ottobre 2024, il primo prototipo ha visto la luce. Funziona, è bello da vedere, e – lo ammetto – fa ballare persino la mia gatta.
E ora? Tocca a voi!
Se siete curiosi di vedere come la nostalgia analogica può convivere con la tecnologia digitale, provatelo sul mio sito. Poi ditemi: meglio il fruscio del vinile o l’effetto “HD vintage”?